The varicultural, translanguaging and deCentring

Inability to discern separated cultures or native-non-native-speakerhood in a hugely diverse hospital setting allows deCentred observation of how cultural practices and values cross socially constructed cultural boundaries within a seamless varicultural flow. This enables inclusive and translingual threads of hybridity resourced by the everyday small culture experience we bring with us. Beginning with the small helps resist being colonised by the 'us'-'them' essentialist blocks derived from the dominant separated cultures model. Much of this struggle is unspoken in the perceptions of silent onlookers, influenced by grand, personal, institutional and workplace narratives, and in how we perceive how others perceive us. L'impossibilit & agrave; di creare una distinzione tra provenienze culturali o parlanti nativi e non nativi in un contesto ospedaliero diversificato, ha consentito una osservazione DeCentrata rispetto a come le pratiche e valori attraversino confini culturali costruiti socialmente all'interno di un flusso variculturale che non presenta interruzioni. Questo consente di creare fili di ibridazione inclusivi e translinguistici, sostenuti dalle esperienze delle small cultures quotidiane che portiamo con noi. Partire da una dimensione ristretta aiuta a resistere alla colonizzazione da parte dei blocchi essenzialistici 'noi'-'loro', che derivano da un modello dominante che presenta le culture come separate. Gran parte di questa lotta & egrave; inespressa nelle percezioni di spettatori silenziosi, influenzata da grandi narrazioni, narrazioni personali, narrazioni istituzionali e narrazioni che circolano nei posti di lavoro, e nel modo in cui percepiamo come gli altri ci percepiscono.