SOMMARIO Il saggio riflette sull'esperienza letteraria neorealista a partire dal rapporto vitale e contrastato con i lettori, comuni e specializzati, richiamando il ruolo propulsivo del possibile colloquio con un'utenza rinnovata e indicando la funzione di freno costituita, in vario modo, dagli orientamenti dominanti nell'opinione critica. Muovendo da qui si propone, per una buona manutenzione del concetto di neorealismo, una rilettura condotta con uno sguardo duttile, aperto a valorizzare la ricca e inquieta pluralita di forme - di immagini di mondo e di soluzioni narrative d'ispirazione realistica - che rispondono alle sollecitazioni del contesto. In questa prospettiva e necessario riconoscere l'incidenza decisiva dei procedimenti di soggettivizzazione e trasfigurazione nei modi ibridi di un realismo che punta a raccontare l'esperienza del reale, un rapporto con gli eventi che non di rado si rivela all'insegna di uno straniamento spaesante, dell'incontro con un 'mondo impreveduto'. This essay examines literary neorealism, starting from its crucial yet complicated relationship with both ordinary and professional readers, highlighting the importance of its dialogue with a new readership and underlining how the main critical positions of the day hindered its progress. Building on these premises, this essay proposes a reconsideration of the notion of neorealism through the adoption of a flexible outlook designed to recognise the huge and troubled diversity of forms - of world views and narrative solutions inspired by realism - elaborated in response to the context of the period. From this perspective, the processes of subjectivisation and transfiguration within the hybrid modes of a realism that aimed to narrate the experience of the real take on a pivotal role. This encounter with a 'mondo impreveduto' establishes a relationship with events often revealed through unsettling defamiliarisation.