Over the last forty years, there has been a mounting societal shift towards post-materialist values in all countries adhering to the democratic tradition. This has fuelled demand for increasingly personalized content, reflected in political and electoral preferences that, shaped by new agencies of socialization, have gradually distanced themselves from former loyalties. The political supply has been reorganized as a result. The old mass parties have morphed into the so-called catch all party and the more recent variations of the professional-electoral party, forced to drum up votes however it can, chiefly by concocting new issues to compensate for the weakening of traditional subcultures and the fact that the social groups and classes that were the mainstay of twentieth-century parties have now exited the scene. In Italy, this process has led to a political system that is - to say the least - fragmented and unstable. Taken as a whole, the Italian left is even harder pressed than other European lefts, though they too have shown themselves incapable in recent years of sensing the changing pulse and adapting to the new milieu and how it will affect the left's legacy in terms of the industrial conflict between capital and labour. This is a cleavage that has marked the platforms of liberal-democratic political systems and the form that parties accordingly take even more than it has affected their value content. The Italian left's perennially upwelling legacy has thus prevented it from retooling for a changing society and formulating policies that can build a solid voter base by interpreting the expectations of the more moderate portions of the electorate who, though sceptical about the centre-right coalition, harbour even greater doubts concerning the centre-left's ability to actually govern. Nel corso negli ultimi quarant'anni in tutti I paesi a tradizione democratica il mutamento sociale orientate alla progressiva affermazione di valori post-materialisti ha fatto emergere nuove domande dal contenuto sempre piu individualizzato, riflesse in preferenze politiche ed elettorali che, condizionate nel loro formarsi da nuove agenzie di socializzazione, si sono progressivamente emancipate dalle appartenenze tradizionali. Tali domande hanno innescato una ristrutturazione dell'offerta politica, caratterizzata dalla trasformazione dei tradizionali partiti a integrazione di massa dapprima nei cosiddetti partiti pigliatutti, per giungere fino alle piu recenti varianti di partiti professionali-elettorali, sempre piu costretti a costruire il proprio consenso in maniera trasversale e mutevole, soprattutto attraverso l'elaborazione di nuove issues, per compensare il cedimento delle sub-culture tradizionali e superare la scomparsa dalla scena di classi e gruppi sociali di riferimento che costituivano l'asse portante del consenso organizzato dai partiti novecenteschi. In Italia questo processo ha determinato, inoltre, la formazione di un Sistema politico quantomai instabile e frammentato. La sinistra italiana nel suo complesso fatica piu delle altre sinistre europee, che pure negli ultimi anni si sono dimostrate anch'esse incapaci di interpretare efficacemente i mutamenti in corso, ad adattarsi a questo nuovo ambiente in ragione della permanenza dell'eredita della sua definizione nei termini della dimensione del conflitto industrial tra capitale e lavoro. Frattura che ha caratterizzato lo sviluppo dei sistemi politici liberal-democratici piu ancora che nel contenuto valoriale, nella proposta politica e nella conseguente forma partito. I condizionamenti esercitati dall'indistruttibile e sempre riemergente radicamento di questa eredita hanno impedito alla sinistra italiana di intercettare i mutamenti della societa italiana e di formulare conseguenti politiche in grado di costruire consenso, interpretando le aspettative di quella parte di elettorato mediano e moderato che, pur scettico nei confronti della coalizione di centrodestra, e ancora piu dubbioso verso la effettiva capacita di governo del centrosinistra.