This article links the study of transnational and imperial fascism in the context of the Italian occupation of Albania by examining how Italian authorities sought to turn Albanians abroad into assets rather than liabilities. Organising and monitoring Albanians occurred through conferences, youth institutions and consular activities. Studying such concrete contacts and negotiations allows us to explore the practical issues latent in expanding fascist political subjectivity in transnational and imperial contexts. On the one hand, Italians hoped to verse Albanians in a fascist identity by using existing organisational strategies while silencing or converting potential anti-Italian critics. On the other, many Albanians expressed and offered support for these Italian efforts, though with reservations and conditions, raising questions as to what it meant to be an Albanian nationalist and/or fascist in the years of occupation. The Albanian case therefore contributes to our understanding of the tensions inherent in 'universalising' fascism for colonial subjects. Questo articolo collega lo studio del fascismo transnazionale e imperiale nel contesto dell'occupazione italiana dell'Albania esaminando come le autorita italiane cercarono di trasformare gli albanesi all'estero in risorse piuttosto che passivita. L'organizzazione e il monitoraggio degli albanesi sono avvenuti attraverso convegni, istituzioni giovanili e attivita consolari. Lo studio di tali contatti e negoziati concreti ci consente di esplorare le questioni pratiche latenti nell'espansione della soggettivita politica fascista in contesti transnazionali e imperiali. Da un lato, gli italiani speravano di dare agli albanesi un'identita fascista utilizzando le strategie organizzative esistenti e al contempo mettendo a tacere o convertendo potenziali critici anti-italiani. D'altro canto, molti albanesi hanno espresso e offerto sostegno a questi sforzi italiani, anche se con riserve e condizioni, sollevando interrogativi su cosa significasse essere un nazionalista e/o fascista albanese negli anni dell'occupazione. Il caso albanese contribuisce pertanto alla nostra comprensione delle tensioni inerenti all'"universalizzazione" del fascismo per i soggetti coloniali.